La pietra delle Brioni veniva utilizzata anche nella preistoria, quando gli abitanti delle isole costruirono degli abitati sulle alture, i cosiddetti castellieri, usando la tecnica dei muri a secco.
Oltre alla pietra di qualità, il vantaggio dell’estrazione della pietra sulle Brioni furono anche le condizioni favorevoli al suo trasporto. Anche i Romani aprivano le cave di pietra lungo la costa, il che rese possibile l’imbarcazione semplice dei blocchi di pietra e il loro trasporto fino alle destinazioni finali, mentre i porti ben protetti delle Brioni facilitavano la loro imbarcazione.
Con l’arrivo dei veneziani sulle isole nel 1331, venne intensificata l’estrazione delle risorse di pietra in misura tale che essa diventò l’attività economica principale delle isole. Le esigenze in termini di materiale edilizio nella Repubblica di Venezia furono grandi, e la pietra di qualità fu necessaria per la costruzione di numerose case, palazzi, chiese e ponti.
Dalle isole la pietra veniva esportata a Venezia, Udine, Ancona, Formigine…
Durante il periodo del dominio austroungarico, la pietra veniva esportata a Vienna, Trieste, Aquileia e Berlino. Sullo scorcio del XIX secolo, quando le isole vennero comprate da Paul Kupelwieser (1843-1919), industriale austriaco, sulle Brioni c’erano numerose cave di pietra abbandonate che testimoniavano la lunga estrazione. Nell’ambito dell’eccezionale assestamento paesaggistico, comandato dal guardaboschi Alojz Čufar, dirigente del podere di Kupelwieser, le antiche cave di pietra furono trasformate in piacevoli passeggiate. Le pietre di scarto sparse per tutta l’isola furono rimosse, e il terreno fu trasformato in prati, campi e vigneti. Quelle pietre furono utilizzate per la costruzione di numerosi sentieri e passeggiate dell’isola e per l’arginamento del porto principale delle Brioni. Kupelwieser usava il materiale delle cave di pietra anche per la costruzione di nuovi complessi sull’isola, per esempio alberghi, ville e strutture economiche.